di Raymond Carver
Ieri sera, solo, a 3000 miglia di distanza dall'unica
che amo, ho acceso la radio per sentire un po di jazz
e mi sono preparato un'insalatiera di pop-corn
ben salato. Poi ci ho versato sopra il burro fuso.
Ho spento le luci e mi sono seduto
davanti alla finestra con il pop-corn
e una lattina di Coca. Mi sono dimenticato di tutto
quel che c'è di importante al mondo sgranocchiando il pop-corn
e guardando il mare pesante e le luci della città.
Il pop-corn era intriso di burro e coperto di
sale. Me lo sono mangiato tutto fino a che non c'è rimasto
altro che qualche Vecchia Zitella sul fondo. Poi
mi sono lavato le mani: ho fumato un altro paio di sigarette
ascoltando il ritmo della poca musica
rimasta. Le cose s'erano calmate un bel po',
anche se il mare era ancora mosso. Il vento
ha dato alla casa un'ultima sgrullataquando mi sono alzato
e ho fatto tre passi, dietro-front, altri tre passi,ancora dietro-front.
Poi mi sono messo a letto e ho dormito alla grande,
come sempre. Dio mio, che vita!
Ma mi pareva di dover spiegare, di lasciare un appunto,
sul casino che c'era in salotto
e su quel che è successo ieri sera. Nel caso
si spegnessero le mie luci e io finissi sotto.
Si, c'è stata una festa qui, ieri sera.
E la radio è ancora accesa, va bene
ma se muoio oggi, muoio contento -pensando
alla mia bella e a quell'ultimo pop-corn.
tratto da "Racconti in forma di poesia " edito da Minimum fax
traduzione di Riccardo Duranti.